lunedì 23 giugno 2014

Ode a Palermo

Quando dall'aereo comincio a intravedere il mare cristallino che bagna dolcemente le sue coste, sento le membra che, come per incanto, cominciano a rilassarsi e il respiro si fa più leggero. Appena metto piede nella hall dell'aeroporto Falcone - Borsellino tutto mi sembra più colorato, più gioioso e sento che la felicità si impossessa inspiegabilmente di me. Palermo mi fa questo effetto e, credo, lo faccia a tutti. Sono di Roma e non avrei mai pensato che un'altra città poteva farmi sentire così a mio agio, così a casa mia. E' stato subito amore a prima vista, fin dalla prima volta. Percorro l'autostrada che mi porta in città e l'aria di mare mi conquista, mi inebria. Se alla mia sinistra si dispiega il blu delle acque, alla mia destra c'è quel paesaggio roccioso, così particolare, che non è da meno nel stupirmi ogni volta. E tra il mare e le montagne si stende la città. Una città magnifica, che si offre senza remore in tutte le sue sfaccettature. Una città generosa, che ospita una popolazione altrettanto generosa e altrettanto festosa. Nonostante le difficoltà presenti in questa parte d'Italia, le persone ridono sempre, vociano chiassose, ti accolgono come se fossi l'ospite più atteso e più importante. Ti avvolgono con il loro accento e con il loro modo di fare che a me appare così familiare, così solare. Nonostante le molte contraddizioni che governano questa città, loro sono sempre pronti ad amarla, a presentarla come se fosse la città più bella del mondo, e, forse, è sicuramente una di queste. Fai un giro al centro e ti sfilano davanti strati di tempo, racchiusi in costruzioni meravigliose, quasi da favola: la cattedrale, imponente, che si staglia con il suo profilo, su un cielo blu, che più blu non si può; Palazzo dei Normanni, così semplice fuori e così ricco dentro, con i suoi mosaici e la Cappella Palatina; e poi il Teatro Massimo, il Politeama, la Piazza della Vergogna, i quattro canti, Ballarò e la Vucciria. Cammini e sei accompagnato dagli odori e dai rumori che a me appaiono come una musica meravigliosa, una musica "umana" e quotidiana. Ad ogni angolo ti puoi fermare a mangiare qualcosa di tipico, e sicuramente gustoso. Perché la cucina, qui, rispecchia il modo di vivere comune. Anch'essa è ricca e generosa e non ti stanca mai. Non so perché, ma a me tutto appare sotto un'altra luce, una luce che sono incapace di vedere in un'altra città. La meraviglia è a ogni angolo e anche se non si può certo dire che sia un posto tranquillo, a me Palermo regala la pace interiore e mi fa tornare la voglia di sorridere alla vita. 
Riprendo l'aereo per tornare a casa e, come ogni volta, sento quel vuoto dentro, dolcemente malinconico, che mi porta subito a pensare che non vedo l'ora di ritornare.
Questo è il motivo per cui oggi dedico questo post ad una città. Una città che sento mia e che, ogni volta che ci torno, mi fa innamorare sempre più perdutamente di lei. 

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